Non solo idee ma anche padelle in fuga oltreoceano. Estro e fantasia certamente non mancano al nostro concittadino Antonio Matarazzo, da tempo trapiantato nel Messico, per intraprendere la sua principale attività che è quella dell’architetto, con proprio studio in Messico, senza però disdegnare una passione che lo ha da sempre legato alle tradizioni della nostra Terra, quella della cucina, con il suo Capellini Ristorante che ha realizzato sia in Messico che in Texas, proponendosi come chef con piatti della tradizione Campana e nazionale, in particolare.
ANTONIO MATARAZZO LE ORIGINI
Non tradisce le sue origini pignataresi sin da quando alla fine degli anni 90 è andato via dalla nostra città, la mancanza di ideali e di lavoro non ha permesso al nostro Antonio di rimanere in Italia, forse poteva tentare, ma la risposta del territorio non è stata adeguata alle sue aspirazioni. Ma lui ce l’ha fatta, con sacrificio e lodevole impegno ad allontanarsi dalla sua Terra per realizzare ciò che avrebbe voluto fare da sempre riuscendo nel modo migliore, andando oltre con la realizzazione di una professione di pregio come l’architetto e infine con l’impegno legato alla gastronomia, quale testimonial delle tradizioni Italiane all’estero, ambasciatore dei sapori italiani come chef presso il suo “Capellini” ristorante a Reynosa in Messico.
ARTE E TRADIZIONE DEL MADE IN ITALY IN CUCINA
La giusta geometria dei sapori tra pantografi e fornelli, forchette e righelli, è così che Antonio realizza un Italian Style, di gusto e con sobrietà, nei suoi locali arredati da lui personalmente. Poche prospettive in terra natia, partito alla volta di Firenze oltre 15 anni fa, per avvicinarsi al mondo della ristorazione per gioco, giusto “per sopravvivere”, come cameriere, ma poi scatta in lui la molla verso l’interesse per quel mondo fantastico della cucina, rendendosi conto della bellezza e creatività che essa emanava, muovendosi così anche tra fornelli e padelle, oltre che in sala. Iniziato dallo chef FRAPPI che aveva notato in Antonio MATARAZZO una particolare inclinazione alla cucina, che lo appassionava in modo particolare, anche se il suo pallino è stato da sempre l’architettura e il design, e per cui incominciò gli studi nel settore.
Dopo Firenze il salto a Milano è da li a breve, il Politecnico rimaneva per Antonio la sua meta da raggiungere, per avere una preparazione ottimale in architettura, senza allontanarsi dall’idea dello chef. Ma la vita prese altre pieghe e allora giusto per averne una visione più allargata giunse ad una conclusione, quasi a un bivio per decidere all’ultimo momento dove svoltare, così lasciò l’Italia un bel giorno mentre si stava recando al lavoro sul Lungarno, ma si diresse invece verso un’agenzia di viaggi, dove un biglietto cambiò per sempre il corso della sua vita.
PADELLE IN FUGA CON I SAPORI DEL SUD
Antonio Matarazzo, un bagaglio di esperienza di tutta una gioventù vissuta in Italia, che si è portato dietro in Messico, i ricordi e le tradizioni, i contatti con gli amici tramite la rete, le visite e i ritorni nel suo paese di origine, Pignataro Maggiore. I nostri incontri discorrendo di vini e di materie prime quelle volte che ci reincontriamo, e il modo di come farli arrivare al suo Capellini, insomma, un bel raccontare le nostre eccellenze in terre lontane, oltreoceano, con lo sguardo rivolto verso di noi.
Grazie Antonio per tutte le volte che ci racconti altre storie, di altri luoghi, di altre persone.
Verso le Americhe, alla ricerca di alcuni amici messicani dei trascorsi fiorentini, portandosi dietro un pezzo della sua storia ma anche di territori diversi e due lingue nuove, nel caso di immediato rientro in Italia, ma non è andata così. L’amore per la cucina prese il sopravvento, un impegno che per Antonio rappresenta il meglio delle melodie riconducibili alle 7 note, cucinare per lui è come una sinfonia, come ascoltare all’infinito la musica, paragonandola ai profumi e ai sapori che essa si porta dietro.
“CAPELLINI” RISTORANTE CON RISVOLTI DELLA TRADIZIONE CAMPANA
La passione per il vino è una parte importante per Antonio, che ha in carta oltre 100 etichette, e da poco si sta organizzando con una cantina con selezioni particolari, senza disdegnare i marchi Italiani, il resto in base alle possibilità di quel mercato, con scelta e criteri orientati alla qualità-prezzo, rifiutando l’ingresso di vini scadenti, figli del marketing, ma orientato a valorizzare quelli meno conosciuti ma sicuramente più concreti.
Poi le materie prime che riesce a raggiungere attraverso la rete riducendo le distanze tra i continenti, così parte la valorizzazione a tavola anche della Campania, con la ricerca di prodotti della Terra di Lavoro come le caciotte di Bufala provenienti da Castelvolturno, e prodotti freschi, le ricotte adatte anche per preparare dei dolci che vengono serviti al Capellini, tra cui uno strudel Casertano che tanto vorrebbe preparare con la mela “Annurca”, ma al momento tocca accontentarsi.
Capellini ha una visione organica delle cose, per cui la salsa al pomodoro viene preparata acquistando i pomodori locali (del resto Colombo li portò in Europa da terre americane) e utilizzando le famose attrezzature per i pomodori (da pignatarese doc.) che Rosa Pettrone dal negozio di via Roma gli manda a casa della mamma, per la successiva spedizione. Questo in realtà è proprio uno di quei momenti intensi che predispone con piacere, continuando ad organizzare i preparati per la sua cucina e per la pizzeria ricordando le tradizioni e i sapori dei luoghi dove si è cresciuti..
La pizzeria “PISTILLI”
Ci son voluti molti anni prima che decidesse di realizzare anche la pizza nel ristorante Capellini, innanzitutto a causa della mancata disponibilità di una farina di qualità. Oggi finalmente Antonio ha avuto modo di ricevere una farina della nostra regione Campania, che con il famoso forno a legna appositamente preparato gli da ottimi risultati.
E proprio per rendere omaggio al pomodoro è stato scelto il simbolo di questi per introdurli come LOGO per un suo prossimo progetto, aggiungendolo al soprannome famigliare materno “I Pistilli”, tipico del paese di Pignataro Maggiore.
Un aneddoto simpatico, tutti chiedono ad Antonio Matarazzo l’origine di questo nome dato alla sua pizzeria, e lui si diverte molto a raccontare da dove viene il nome “Pistilli. In fondo il ristorante e’ un teatro, stesse scene , ma opere diverse tutti i giorni.
Antonio Matarazzo, persona stimata e ben in vista si occupa con il suo Capellini anche di promozione della solidarietà, istituendo da qualche anno il “Premio Capellini”. Un Evento aperto che viene organizzato attraverso alcune attività di solidarietà per aiutare dei bambini in difficoltà e l’assistenza a istituti che si occupano di persone in stato di abbandono o maltrattati, premiando un personaggio dell’anno (dal mondo della cultura, sanita’, spettacolo), dalle cene organizzate il ricavato va a questi bisognosi. Inoltre, altre manifestazioni periodiche si svolgono all’interno del Ristorante Capellini in Messico, come mostre fotografiche, il cui ricavato delle opere va in beneficenza a differenti associazioni di volontariato e solidali.
Executive chef Capellini – Antonio Matarazzo
Altamira Reynosa, Tamaulipas, Mexico
Antonio è un altro esempio di quella Pignataro di cui siamo tutti orgogliosi. Persone come lui tengono alto il nome di Pignataro Maggiore nel mondo e di questo gli siamo grati.
Franco D’Amico